n3tgan3sh
2006-06-28 14:27:38 UTC
Dicevamo: il culo bisogna saperselo prendere. Con astuzia e abilità.
Cerchiamo di capire come: innanzitutto prima va leccato bene, con perizia,
con la faccia tra le natiche della vostra signora. Leccate, affondate con
delicatezza la lingua cercando di darle una forma prima delicata, poi
turgida e a cilindro: mica je dovete fa’ er solletico, me spiego? Eppoi
succhiate la rosellina rugosa dell’ano, insomma fate sì che lentamente lei
cominci a sciogliersi. Come? Lei stessa ve lo farà capire, inarcando i
fianchi per permettervi di andare più a contatto con le vostre labbra a
ventosa, e più dentro con la lingua. Poi bisogna appoggiarci sopra
l’uccello, lentamente, e soltanto la punta. Ascoltate bene, discepoli miei,
ho detto: solo-la-punta, chiaro? Il messaggio che deve passare è questo:
adesso ti ho bagnata a dovere, te lo sto facendo sentire con delicatezza,
ma a decidere quando e come metterlo dentro sarai soltanto tu. Tu sola.
E questa è la vera svolta. È il culo della donna a prendere voi, non
viceversa. Si dilata leggermente e voi, senza perdere contatto, andate a
mezza punta, ma con il bordo della cappella ancora rigorosamente fuori. Qui
è questione di attimi, o talvolta di lunghi minuti. Baciatele le spalle,
sussurratele parole d’amore miste a oscenità calde all’orecchio.
A un certo punto lo sentite anche voi: quando cede, cede. E va, eccome se
va. Il piccolo anellino di muscolo del suo ano palpita e si dilata,
lentamente si dilata, quasi come se il vostro membro fosse risucchiato
nella tana di un polipo voglioso. In questa maniera l’uomo non fa nessuna
fatica e la donna non prova nessun dolore. Noi le mettiamo a disposizione
l’uccello e se lei se lo prende, avvolgendolo tutto morbidamente. Ci sono
dei casi, invece, in cui l’operazione ha successo solo in più sedute, di
giorno in giorno. Non scoraggiatevi, perché una volta che sarete riusciti a
penetrarla, anche soltanto per pochi centimetri, non si smetterà più. Di
seduta in seduta, riprenderete dal punto dove vi eravate lasciati, come
fosse un segnalibro.
L’inculata è un vero tuffo nell’infinito: c’è un proverbio cinese che dice
che un grande viaggio comincia con un piccolo passo. E ci sono inculate che
sono dei viaggi verso i confini della galassia. Quando la donna lo accoglie
tutto, ma tutto fino alla base dell’asta, e comincia a incitarvi e a
volerne e a dirvi cose che neppure una puttana di strada vi direbbe a
pagamento, vi chiederete: dove sono finite quella ritrosia e quella
timidezza che pochi minuti prima la facevano tremare? Cosa le porta a
passare da «Ho paura, mi fai male» a «Sfondami, tutta sfondami, mio
padrone»?. Ecco per voi il Mistero del sesso. Ecco per voi il Mistero della
donna.
Se siete giunti a questa altezza, ora sapete. Avete ricevuto in dono le
chiavi dorate dell’Inculata Paradisiaca.
(Franco Califano)
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Cerchiamo di capire come: innanzitutto prima va leccato bene, con perizia,
con la faccia tra le natiche della vostra signora. Leccate, affondate con
delicatezza la lingua cercando di darle una forma prima delicata, poi
turgida e a cilindro: mica je dovete fa’ er solletico, me spiego? Eppoi
succhiate la rosellina rugosa dell’ano, insomma fate sì che lentamente lei
cominci a sciogliersi. Come? Lei stessa ve lo farà capire, inarcando i
fianchi per permettervi di andare più a contatto con le vostre labbra a
ventosa, e più dentro con la lingua. Poi bisogna appoggiarci sopra
l’uccello, lentamente, e soltanto la punta. Ascoltate bene, discepoli miei,
ho detto: solo-la-punta, chiaro? Il messaggio che deve passare è questo:
adesso ti ho bagnata a dovere, te lo sto facendo sentire con delicatezza,
ma a decidere quando e come metterlo dentro sarai soltanto tu. Tu sola.
E questa è la vera svolta. È il culo della donna a prendere voi, non
viceversa. Si dilata leggermente e voi, senza perdere contatto, andate a
mezza punta, ma con il bordo della cappella ancora rigorosamente fuori. Qui
è questione di attimi, o talvolta di lunghi minuti. Baciatele le spalle,
sussurratele parole d’amore miste a oscenità calde all’orecchio.
A un certo punto lo sentite anche voi: quando cede, cede. E va, eccome se
va. Il piccolo anellino di muscolo del suo ano palpita e si dilata,
lentamente si dilata, quasi come se il vostro membro fosse risucchiato
nella tana di un polipo voglioso. In questa maniera l’uomo non fa nessuna
fatica e la donna non prova nessun dolore. Noi le mettiamo a disposizione
l’uccello e se lei se lo prende, avvolgendolo tutto morbidamente. Ci sono
dei casi, invece, in cui l’operazione ha successo solo in più sedute, di
giorno in giorno. Non scoraggiatevi, perché una volta che sarete riusciti a
penetrarla, anche soltanto per pochi centimetri, non si smetterà più. Di
seduta in seduta, riprenderete dal punto dove vi eravate lasciati, come
fosse un segnalibro.
L’inculata è un vero tuffo nell’infinito: c’è un proverbio cinese che dice
che un grande viaggio comincia con un piccolo passo. E ci sono inculate che
sono dei viaggi verso i confini della galassia. Quando la donna lo accoglie
tutto, ma tutto fino alla base dell’asta, e comincia a incitarvi e a
volerne e a dirvi cose che neppure una puttana di strada vi direbbe a
pagamento, vi chiederete: dove sono finite quella ritrosia e quella
timidezza che pochi minuti prima la facevano tremare? Cosa le porta a
passare da «Ho paura, mi fai male» a «Sfondami, tutta sfondami, mio
padrone»?. Ecco per voi il Mistero del sesso. Ecco per voi il Mistero della
donna.
Se siete giunti a questa altezza, ora sapete. Avete ricevuto in dono le
chiavi dorate dell’Inculata Paradisiaca.
(Franco Califano)
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